Se abbiamo lasciato dobbiamo affrontare il senso di
colpa derivante dalla consapevolezza di aver fatto soffrire la persona che fino
a poco tempo prima ci sentivamo sicuri di amare e con la quale avevamo fatto
progetti e sogni per un futuro insieme.
Se siamo stati lasciati abbiamo sentito il mondo crollarci
addosso, privati di un amore che ci aveva riempito la vita e che, da un momento
all'altro, ci è stato tolto, lasciandoci soli e frastornati, incapaci di
comprendere cosa sia successo.
Dopo il momento iniziale di superamento del senso di
colpa e della paura di far soffrire di nuovo qualcun altro nel primo caso, e il
terrore di mettere di nuovo in campo i sentimenti con il rischio di farci di
nuovo spezzare il cuore nel secondo caso, arriva il tempo dell'accettazione e
del desiderio di ricominciare, perché l'esistenza senza una forte emozione che
la arricchisce ci sembra noiosa e senza senso. Perciò ricominciamo a guardare
le persone con occhi diversi, quelli della speranza di provare le sensazioni forti
che ci aveva suscitato l'amore finito ricercandole identiche, perché la memoria
emotiva di ognuno di noi si lega indissolubilmente al modo in cui sono nati e
cresciuti i nostri sentimenti l'ultima volta che li abbiamo accolti nel nostro
cuore.
E' possibile aspettarci che un sentimento nasca
nello stesso modo del precedente?
E' giusto pretendere di provare le stesse emozioni
senza prendere in considerazione niente che in un primo momento ci sembra più
tiepido rispetto all’altro?
In realtà potrebbe essere che da quell'incontro
fatale siano passati degli anni e che il dolore che abbiamo provato e il tempo
trascorso ci abbiano cambiato al punto da rendere impossibile il verificarsi di
un episodio con una dinamica simile a quello che ci aveva colpito dritto al
cuore. Ecco quindi spuntare la convinzione che sarà impossibile trovare un
amore intenso quanto quello che ci aveva conquistati anima e corpo.
In quel momento diventa fondamentale essere
consapevoli che non tutte le cose iniziano allo stesso modo, e che un incontro
che si verifica con modalità completamente diverse, se non addirittura opposte,
non possa diventare importante quanto l'altro o anche molto, molto di più.
Diventa fondamentale essere coscienti che un'emozione diversa non sarà necessariamente
meno intensa e soprattutto che non tutte le persone sono uguali, quindi se
qualcuno ci aveva fatti sentire estremamente coinvolti per le sue peculiarità e
capacità di toccare alcuni tasti della nostra anima, non è affatto detto che
un'altro che riesca a coinvolgerci grazie ad altre sue caratteristiche andandosi
ad insinuare in punti dei quali forse non eravamo neanche a conoscenza, non
possa conquistare il nostro cuore in modo più totale e completo rispetto
all'altro.
Perciò perché toglierci la possibilità di lasciare
entrare un sentimento da una porta diversa?
Per quale motivo stroncare sul nascere una
conoscenza solo perché esce dallo schema che ci è noto?
Le stesse sensazioni possono essere suscitate solo
dalla persona che le aveva fatte nascere, mentre la loro intensità può essere
ripetuta e probabilmente anche amplificata nel momento in cui accettiamo la
possibilità che siano diverse, nella dinamica, dalle precedenti.
Perché il nostro passato non dovrebbe mai costituire
un limite ma dovrebbe essere la nostra forza; non dovrebbe essere un motivo di
chiusura bensì l'apertura al presente con il sostegno dell'esperienza di ciò
che eravamo prima e che non siamo più.
Perché non è affatto detto che un’emozione che nasce
e cresce in un modo diverso dalle altre, non diventi con il tempo molto più
intensa e travolgente di tutte quelle provate prima.
Marta Lock