La felicità per sempre non esiste...esiste adesso…in
questo momento...se passiamo tutto il tempo a cercare qualcosa che duri per
sempre…ci perdiamo la bellezza assoluta dell'adesso...è questa l'unica felicità
che ci è possibile ottenere...
Eccola
qui la parola magica che pronunciamo continuamente e desideriamo con tutta la
nostra forza ma che vediamo continuamente sfuggirci. Sembra che lo faccia
apposta, ogni volta che ci sembra di averla raggiunta succede qualcosa che ci
fa mancare un piccolo, piccolissimo pezzo per completare il puzzle. Questo ci
fa di nuovo rimettere in moto per provare a cercare quell’unico tassello
mancante facendoci dimenticare di tutto il resto della composizione al punto
che guardando il quadro da lontano, quell’impercettibile, minuscola macchia, ai
nostri occhi può sembrare enorme.
Ci
hanno insegnato che per essere felici dobbiamo avere tutto e per sempre, ma
questi due concetti sono talmente utopici da risultare quasi inesistenti. La parola
tutto è talmente relativa da essere indefinibile e introvabile nella realtà.
Tutto
secondo chi? E soprattutto qual è il limite di questo tutto?
Il
tutto è un concetto più o meno inafferrabile che cambia da persona a persona,
quindi ciò che può sembrare il massimo per qualcuno può non esserlo affatto per
qualcun altro, questo ci porta a un confronto continuo che genera frustrazioni
in chi non ha la capacità di sentirsi appagato e fortunato per ciò che
possiede. Molte persone continuano a desiderare ciò che non hanno, e nel
momento in cui lo raggiungono iniziano già a volere quell’altra piccola cosa
che non hanno, innescando un perenne meccanismo di insoddisfazione. Questo non
significa che dobbiamo accontentarci, per lo meno non nell’accezione negativa
del termine, ma mentre tendiamo verso il miglioramento dovremmo imparare anche
a sentirci soddisfatti e appagati per ciò che abbiamo, guardando alla
possibilità di ottenere di più semplicemente come a un’integrazione, un
completamento non determinante per la nostra felicità.
Ma
la frase che costituisce la maggiore fonte di frustrazione è quel per sempre
illusorio che ci fa sentire tagliati fuori nel momento in cui ci rendiamo conto
che ci sfugge. Eppure ce lo hanno raccontato nelle favole, nei film, nei libri,
insomma troviamo ovunque quella parola che sta a indicare un tempo lunghissimo,
perché a noi non succede mai?
Perché
per noi quella parola sempre ha un limite temporale?
Forse
perché la vera felicità va ricercata nel vivere intensamente i momenti di gioia
senza pensare al dopo e vivere il dopo, bello o brutto che sia, nel momento in
cui diventerà presente. Forse l’unico modo per essere davvero felici è
frazionare la vita in piccoli attimi preziosi che non si ripeteranno più ed è
solo apprezzandone ogni sfumatura che riusciremo a godere delle emozioni
intense che alcune volte ci regalano. Perché al di là delle nostre vittorie e
conquiste più evidenti sarà proprio pensando a quelle momentanee sensazioni che
ci emozioneremo e commuoveremo quando volgeremo il nostro sguardo verso il
passato per capire se siamo stati felici.
Perché spesso la ricerca
della felicità per sempre ci fa perdere di vista quanto siamo felici in questo
momento, spesso ci dimentichiamo di considerare i momenti di gioia come regali
incredibili che la vita ci fa, perché in fondo la vita non è quella passata né
quella futura bensì semplicemente quella presente.
Marta Lock
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