Nei momenti, più o meno lunghi, della nostra vita
durante i quali siamo single, sia che questo dipenda o meno dalla nostra
volontà, ci troviamo a navigare nello strano mare degli appuntamenti, che
dovrebbero servire, almeno nella nostra intenzione, a conoscere qualcuno al
punto di poter poi decidere se iniziare o no una storia più importante. Spesso
però non riusciamo ad arrivare neanche a superare il primo mese di
frequentazione trovandoci nostro malgrado davanti a fughe a nostro parere
immotivate che ci lasciano nel dubbio di aver fatto qualche errore.
Se usciamo da una relazione lunga, nella quale
eravamo abituati al dialogo e al confronto,
cerchiamo di ripetere la stessa dinamica anche con
la persona oggetto momentaneo della nostra attenzione, quanto meno per
comprendere gli sbagli del nostro comportamento e provare a correggerli. E in
quel momento ci scontriamo con la dura realtà degli appuntamenti a scadenza: il
silenzio.
Non capiamo per quale strano motivo qualcuno
dovrebbe rifiutare un dialogo sereno, che non sia necessariamente finalizzato a
dover insistere nel proseguire una relazione, tra l'altro mai realmente
iniziata, ma solo che sia esplicativo di cosa sia successo, perciò insistiamo
nel tentare un contatto con quella persona, la quale però, sentendosi quasi
assediata e non avendo voglia di dare nessuna spiegazione, si ostina nella fuga
silenziosa.
Se siamo fortunati abbiamo dall'altra parte una
risposta che però ci lascia interdetti: "non vogliamo le stesse
cose".
Ora, premesso che in linea di massima dopo un mese
di frequentazione è molto difficile sapere cosa si vuole da qualcuno, come può
l'altro aver compreso cosa vogliamo dal momento che non l'abbiamo affatto
chiaro neanche noi?
Ecco quindi che inizia l'attento esame del nostro
comportamento che ci porta a cambiare direzione e prepararci così al prossimo
nuovo incontro, al quale giungiamo preparatissimi e pronti ad assumere
l'atteggiamento opposto al precedente. Ma anche in quel caso assistiamo a una fuga...
Cosa c'è quindi di sbagliato in noi?
Perché ogni cosa che facciamo si rivela inadeguata
alla persona che abbiamo davanti?
Qual è il comportamento giusto da assumere?
Dopo qualche tempo e qualche disastrosa semi storia
finita sul nascere ci rendiamo conto che è impossibile trovare un comportamento
giusto, perché le persone sono diverse, come lo sono le intenzioni e le
reazioni di ognuno, quindi ciò che è perfetto può non esserlo per l’altro. Se
continueremo a cambiare il nostro atteggiamento basandoci su ciò che ha
determinato la fine di una conoscenza, continueremo a correre senza raggiungere
mai una destinazione, perché probabilmente il nuovo atteggiamento non andrà
bene per una persona diversa, e così via fino ad accumulare una seri infinita di
frustranti fughe. Insomma, ci renderemo conto improvvisamente che stiamo
cercando di piacere agli altri perdendo di vista ciò che piace a noi.
L'unica cosa che possiamo fare è essere noi stessi,
nel bene e nel male e mostrarci per come siamo, con la consapevolezza che se
qualcuno fugge è semplicemente perché non è abbastanza interessato a conoscerci
e scoprire tutte le nostre sfaccettature. Ma nel momento in cui ci troveremo davanti
una persona che sceglierà di fermarsi, saremo sicuri che lo farà perché si
sentirà talmente affascinata e rapita da ciò che vede in noi da decidere che
qualsiasi cosa abbia pensato di volere in precedenza passa in secondo piano rispetto
al desiderio di rimanere con noi.
E a quel punto tutto il senso di inadeguatezza, che
avevamo sentito in precedenza, come anche l'insicurezza generata dal non sapere
come comportarci, svaniscono, perché saremo consapevoli di esserci mostrati
nella nostra vera essenza e di essere apprezzati proprio perché siamo come
siamo.
Marta Lock
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