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I tuffi al cuore: le extrasistoli

martedì 29 maggio 2012


A molte persone sarà capitato di avvertire una sensazione strana, una specie di tuffo al cuore (alcuni lo
descrivono come un frullo d'ali nel petto). Succede all’improvviso, in uno stato di benessere e spesso
anche a riposo. Dura un attimo, poi tutto torna come prima. Rimane il dubbio, però, che qualcosa non
vada: che cosa sarà successo? Nulla di serio, si tratta di un’extrasistole, cioè una contrazione del cuore
anticipata rispetto al ritmo normale, che dà l’impressione che si sia fermato per un istante. Solo in alcuni
casi può essere il sintomo di una malattia cardiaca. Per capire come si verifica un’extrasistole è necessario
conoscere come funziona il cuore. Quest’organo si contrae e si rilascia per tutta la vita per circa 70 volte
al minuto. Questi due movimenti, chiamati sistole e diastole, si alterno con un ritmo preciso costante,
per cui l’intervallo tra una sistole e l’altra è regolare. I battiti cardiaci hanno origine in una particolare
struttura del cuore, chiamata seno nodo-atriale. Da qui, l’impulso percorre tutto l’organo facendolo
contrarre ritmicamente. Nell’extrasistole, l’impulso compare in un’altra zona del cuore, prima che lo faccia
normalmente il nodo seno-atriale, obbligando il muscolo cardiaco a contrarsi prima del dovuto. Il risultato
sono due contrazioni ravvicinate, un’anticipazione rispetto al ritmo normale. L’extrasistole può essere
atriale, se ha origini nella parte alta del cuore, cioè negli atri o ventricolare, se avviene nella parte bassa,
cioè nei ventricoli. Le due forme si possono riconoscere soltanto attraverso l’elettrocardiogramma, mentre
i sintomi sono pressoché uguali. L’extrasistole può anche essere un disturbo che non ha nulla a che fare con
il cuore, come in chi soffre di ipertiroidismo. Queste persone sono soggette a frequenti extrasistoli dovute
a un’eccessiva attività della tiroide, mentre il cuore è perfettamente sano. A volte l’extrasistole compare in
un adulto e può anche essere il segno di una malattia, allora può dipendere da varie cause. Per esempio,
da una cardiopatia ischemica, cioè dovuta alla sofferenza del cuore per un ridotto afflusso di sangue,
alla pressione alta, oppure a un aumento delle dimensioni del ventricolo, con riduzione della capacità di
contrazione del cuore. In tutti questi casi, qualunque sia l’origine, è necessario curare la malattia di base
e non il disturbo occasionale. I farmaci vengono prescritti soltanto quando i disturbi durano a lungo e non
permettono alla persona di avere una vita normale perché possono causare importanti effetti collaterali.

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