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Il vaccino dà l'autismo?

martedì 29 maggio 2012


I vaccini sono considerati la più grande scoperta scientifica del secolo scorso, poiché salvano dalla morte
circa cinque milioni di bambini ogni anno e molte altre decine di milioni dalle conseguenze di malattie come
la poliomielite, la difterite, la meningite e l'epatite. La questione è la possibile relazione tra la vaccinazione
contro la morbillo-rosolia-parotite e la comparsa dell'autismo nei bambini sollevata qualche anno fa da
alcune associazioni di genitori, che è stata presa in considerazione e valutata dalla comunità scientifica,
con studi approfonditi che hanno dimostrato che non c'è alcuna correlazione. Gli effetti collaterali possibili
delle vaccinazioni sono di lievissima entità e si presentano solo nel 10-15 per cento dei casi: ci può essere
arrossamento, prurito e lieve dolore nella sede della puntura, diarrea e febbre che dura non più di un
giorno. In passato ci sono stati casi, sebbene molto rari, di seri effetti collaterali con il vaccino antipolio del
tipo attenuato. Oggi questo tipo di vaccino non si usa più e si è tornati a usare il tipo definito "ucciso" che
inizialmente fu abbandonato perché non dava la copertura totale. Secondo le indicazioni internazionali è
invece necessario rimandare la vaccinazione se il bambino ha febbre oltre i 37,5°C. Questo perché se nei
giorni successivi alla vaccinazione la febbre non si abbassa e compaiono diarrea e vomito, non se ne può
attribuire correttamente la causa. Per concludere, non è vero che i vaccini sono inutili perché le malattie da
cui difendono sono ormai scomparse: è vero invece che sono scomparse proprio perché un gran numero di
persone viene vaccinato. Se si smettesse, le malattie ricomincerebbero a circolare nella popolazione.

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