Le origini di Brescia
Le notizie sulle origini di Brescia si perdono nella notte dei tempi,
sconfinando nella leggenda. Le teorie sull'identità del fondatore sono
molteplici: Ercole, Troe o Tiras o Cidno, re dei Liguri, da cui il nome
del colle Cidneo, alle porte della città. Il nome della città invece
pare di chiare origini celtico-liguri. Nel 49 a.C. Brescia diviene
città romana a tutti gli effetti e vive alcuni secoli di splendore,
fino al disfacimento dell'Impero Romano; faranno seguito le invasioni
barbariche, ultima delle quali quella dei Longobardi che si stanziarono
nel nord Italia e fecero di Brescia uno dei loro più importanti ducati.
Il loro governo non fu pessimo, ma i rapporti tesi con la Chiesa
sfociarono in guerra e re Desiderio cercò di allearsi ai Franchi, ma,
per tutta risposta, Carlo Magno a fianco delle truppe papali assediò
nel 773 Pavia e Verona, costringendo re Desiderio all'esilio. La
dominazione dei Franchi durò poi fino all'888.
Brescia nel Medio Evo
Con la caduta del Sacro Romano Impero inizia per Brescia un periodo
difficile, al centro delle contese fra il Duca di Spoleto ed il
Marchese del Friuli. Nel 1090 nasce il Comune di Brescia, guelfo, fra
comuni ghibellini e quindi in continua guerriglia. Fu la calata di
Federico I a far sì che i comuni decidessero una tregua e si
alleassero, purtroppo senza esito. Infatti, a seguito della disfatta di
Milano, gli altri comuni, fra cui Brescia, fecero promessa di
obbedienza, sottostando a condizioni di resa che comprendevano
l'abbattimento delle mura e delle torri. Fu nel 1167 che, con
un'alleanza segreta, Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona e Milano
diedero vita alla battaglia di Legnano dalla quale Federico Barbarossa
uscì sconfitto. Dopo soli dieci anni però Brescia si trovò a
fronteggiare Federico II e dopo 66 giorni di sanguinoso assedio
l'Imperatore si arrese. I decenni che seguirono furono un continuo
altalenarsi di prese di potere di diverse signorie fino all'invasione
di Arrigo VII nel 1311. Per Brescia furono ancora anni di lotte
intestine e di passaggi di mano. Dopo quattro secoli di pace Brescia
passò sotto l'orbita della Serenissima, fino all'arrivo di Napoleone.
Non mancarono anche in questo periodo avvenimenti sanguinosi, come
l'assedio di Niccolò Piccinino, che ridusse Brescia alla fame, sfibrata
dalla peste e quasi completamente distrutta, ma non vinta, grazie anche
all'aiuto di Venezia.
Brescia nel Rinascimento
Nel 1440 Brescia tornò libera e sotto la sua giurisdizione vennero
accorpate la Valle Camonica ed i territori della provincia. La tensione
con Venezia ebbe fine solo quando il comune timore di un'invasione
turca portò le due città a non disperdere le forze ed a siglare la pace
di Lodi. Nel 1508 però, Papa Giulio II decise di intervenire per
contrastare la crescita della potenza veneta: alleato con Austria,
Spagna e Francia, ingaggiò una battaglia contro l'esercito veneto e
vinse; Luigi XII di Francia entrò in città e governò per quattro anni.
Nel 1512 scoppiò l'insurrezione, domata nel sangue dalle truppe
francesi, svizzere e tedesche. I francesi cedettero Brescia agli
spagnoli che la occuparono prima che venisse siglato l'accordo; Venezia
nel contempo si preoccupava di perdere Brescia per la sua posizione
strategica e si alleò con i francesi per liberarla dagli spagnoli: dopo
sei mesi Brescia fu libera dalla dominazione spagnola e Venezia si
premurò di rinforzare tutte le difese logistiche della città. Intanto
eserciti mercenari e truppe straniere imperversavano per il nord
Italia, saccheggiando ed uccidendo, e Venezia subì un lento
decadimento. Brescia iniziò a desiderare l'indipendenza e la libertà,
anche sull'onda degli ideali della Rivoluzione francese e nel marzo del
1797 scoppiò la rivolta: per otto mesi Brescia visse come una piccola
repubblica indipendente e con il trattato di Campoformio fra Austria e
Francia venne annessa alla Repubblica Cisalpina.
Il XIX secolo a Brescia
Dal 1799 al 1800 Brescia è di nuovo in mani austriache, ma Napoleone,
il 10 giugno, riprese il potere su Brescia, facendo rinascere la
Repubblica Cisalpina che nel 1805 divenne Regno d'Italia. Al
decadimento dell'impero napoleonico l'Austria annesse di nuovo Brescia
ai propri territori, ma i concetti di libertà della rivoluzione
francese avevano definitivamente modificato la mentalità dei bresciani,
così che la città insorse contro gli austriaci nelle sue Dieci
Giornate: dieci giorni di sangue ed efferatezze in cui Brescia ed i
suoi abitanti subirono atrocità di ogni genere. Costretta alla resa, da
quel giorno guadagnò il titolo di Leonessa d'Italia. Durante la Seconda
Guerra d'Indipendenza, piemontesi e francesi sconfissero a caro prezzo
l'esercito austro-ungarico, Napoleone III firmò la pace di Villafranca
che decise fra l'altro la liberazione dell'intera Lombardia e Brescia
passò sotto il Regno Sabaudo.
Un anno dopo le famose cinque giornate di Milano, si diede per scontato
l'arrivo delle truppe Piemontesi (non fu così: Carlo Alberto venne
sconfitto a Novara), il 23 marzo 1849 Brescia insorse contro gli
Austriaci. Per dieci interminabili giorni i Bresciani tennero testa
all'esercito austriaco del capitano Loeschke, asserragliato dentro le
mura del castello. Dalle città del "quadrilatero" (Mantova, Peschiera,
Verona e Legnano) accorsero i rinforzi, al comando del generale Haynau.
La resistenza dei cittadini fu furibonda ma venne soffocata nel sangue.
Il primo aprile 1849 gli Austriaci svilupparono un decisivo assalto
contro tutte le porte della città, i patrioti che non riuscirono a
fuggire vennero fucilati e i soldati imperiali si abbandonarono a
crudeltà e efferatezze di ogni genere.
Informazioni sull'Autore
Pierluigi Ferrara lavora come project manager presso ZeroDelta, società specializzata nella creazione di siti e di contenuti per il web.
Fonte: Article-Marketing.it
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