In questi
termini, visto che l'utilizzo di una stampante è un'azione quotidiana,
sia che si tratti di stampanti a getto di inchiostro sia di stampanti laser colori, il cambio delle cartuccie/toner è praticamente pari al costo della stampante stessa.
Proprio
per ovviare a questo costo di produzione, ormai da qualche hanno è
esplosa la tecnica di rigenerazione delle cartucce che permette di
introdurre all'interno delle stesse una dose di inchiostro liquido in
grado di far tornare a nuova vita la cartuccia. Naturalmente il kit di
generazione pare molto conveniente in quanto ha un costo di molto
inferiore all'acquisto di una nuova cartuccia e può essere riutilizzato
per molteplici occasioni.
Però, andando in profondità
nell'argomento, non possiamo limitarci ad osservare puramente il lato
economico della questione, ma dobbiamo approfondire ogni aspetto di
queste pratiche.
A tal proposito, uno svantaggio del kit di
rigenerazione è che questo introduce si inchiostro all'interno delle
cartucce riportandole ad un livello iniziale, ma non ripara i danni che
vengono generati dall'usura del prodotto stesso. Cosa che avviene
invece per i prodotti rigenerati da professionisti ed esperti della
rigenerazione.
Questo implica che la ricarica può essere
effettuata solo un numero limitato di volte, naturalmente se l'usura
non è eccessiva ed il processo di inserimento dell'inchiostro avviene a
regola d'arte. Altro inconveniente non trascurabile è che durante la
rigenerazione di un toner (per stampanti laser) può liberarsi nell'aria
la polvere del vecchio toner oppure quella utilizzata per la
rigenerazione: tale pulviscolo è ritenuto da molti inquinante e
cancerogeno. Naturalmente, anche se gli inchiostri non sono naturali al
100%, i rischi per la salute sono di gran lunga inferiori.
Facendo
un esempio pratico di rigenerazione dei cartucce per stampanti a getto
di inchiostro, che potrebbero essere adagiate sui nostri arredamenti per ufficio,
il primo ostacolo viene posto proprio dalla tipologia di inchiostro
contenuta nel kit, infatti è compatibile solo con una tipologia di
marca ed un modello preciso. Per tanto, non potremmo usare lo stesso
kit per rigenerare stampanti di diverse marche/modelli.
Altro
fattore negativo è che estraendo le cartucce ed aprendole per
ricaricarle, è possibile che gocce di inchiostro cadano sulla scrivania
(magari acquistata con le agevolazioni della legge lr22)
macchiando documenti e mobili. Il liquido va versato con estrema
attenzione e lentamente per evitare la creazione di bolle d'aria e
disperdere l'inchiostro ovunque.
Un altro passaggio è quello di
resettare la "memoria" della cartuccia, cancellando il numero di pagine
che essa ha stampato. Per questo serve il "resetter" che normalmente
non viene fornito col kit di rigenerazione (quindi va considerato anche
questo costo aggiuntivo).
Una volta resettato il chip della
cartuccia, e rimontata nella stampante la cartuccia rigenerata, è
consigliabile effettuare l'azione di pulizia delle testine. Se la prima
prova presenta alcune parti illeggibili o strisce bianche, occorre
ripetere il ciclo di pulizia fino a quando non si raggiunge la qualità
richiesta.
Il problema è che queste azioni generano un dispendio
di inchiostro; per tanto alla fine dei conti bisogna considerare anche
questi costi. Ed inoltre non è sicuro che l'operazione sia andata
completamente a buon termine lasciando la stampante non in grado di
effettuare stampe professionali. Quindi attenzione a valutare bene
l'economicità della rigenerazione delle cartucce, soprattutto quelle a
getto di inchiostro.
Informazioni sull'Autore
Articolo a cura di Michele De Capitani
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Fonte: Article-Marketing.it
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